Esiste un legame: durante la crescita, i bambini entrano sempre di più in contatto con l’ambiente che li circonda e fanno esperienze di vario tipo.
Ciò permette al loro cervello di attivare solo le aree che gli servono per quella funzione specifica. Questo è l’apprendimento.
Il consumo regolare di determinati alimenti migliora e ottimizza le abilità cognitive. La scuola, l’ambiente familiare, le relazioni tra pari, il gioco e l’attività sportiva richiedono di affinare progressivamente queste abilità ed ecco che l’alimentazione assume un ruolo centrale.
Tra tutte le abilità che sottendono all’apprendimento, quelle maggiormente connesse alla sfera nutrizionale sono: memoria, attenzione ed autocontrollo.
Memoria e strategie nutrizionali
Memoria come “contenitore”? Non solo. Le informazioni immagazzinate dal bambino vengono conservate nel tempo per essere elaborate quando servono: egli le tiene in mente per adempiere ad un compito. Al momento del bisogno, il suo cervello impara dove recuperarle e poi utilizzarle nuovamente. Questa abilità è centrale per assolvere automaticamente ad alcune operazioni come: leggere, scrivere, allacciare le scarpe, andare in bicicletta…
Esistono delle strategie nutrizionali da suggerire per favorire la memoria? Con l’assunzione di beta-carotene e vitamina A. La vitamina A (e relativi precursori, i carotenoidi) agisce sull’ippocampo deputato alle funzioni di apprendimento e memoria. Dove trovarli? Frutta e verdura colorata che contengono carotenoidi: in particolare carote, verdura a foglia verde e frutta di colore arancione, per esempio il melone e le albicocche. Latte intero, formaggi, tuorlo d’uovo sono i principali alimenti che contengono vitamina A.
Livello di attenzione e strategie nutrizionali
È appurato che l’attenzione sia alla base dei nostri processi di apprendimento scolastici e non. Ci siamo però mai soffermati a riflettere su quanti livelli si articola? Tuo figlio riesce a fare i compiti mentre il fratellino gioca alla playstation nella stessa stanza? Questa è l’attenzione selettiva. Durante la lezione, è in grado di prendere appunti ascoltando la maestra che spiega? Questa è l’attenzione divisa. Mantiene la concentrazione guardando un film dall’inizio alla fine? Questa è l’attenzione sostenuta.
Può la concentrazione essere stimolata attraverso determinate scelte alimentari? Sì, favorendo l’assunzione di acidi grassi polinsaturi a lunga catena. Gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena della famiglia omega-3 e omega-6, in particolare EPA e DHA favoriscono un significativo miglioramento delle abilità sia cognitive che comportamentali, agendo direttamente sulle difficoltà di lettura e scrittura. Dove trovarli? Nella frutta secca, in particolare nelle noci, semi di lino, pesce “grasso” come alici, sardine, tonno, aringhe e salmone.
Autocontrollo, iperattività e strategie nutrizionali
È grazie al progressivo sviluppo del lobo pre-frontale che il bambino è capace di gestire gli impulsi, affinando il proprio autocontrollo. Ci sono però dei casi in cui quest’ultimo viene meno; subentrano la distrazione e la non inibizione di fronte a determinati stimoli inopportuni che influenzano l’andamento scolastico. Può trattarsi di semplici difficoltà d’attenzione e/o iperattività o, dopo un’accurata valutazione da parte del professionista, si può parlare di vero e proprio ADHD (disturbo da deficit di inattenzione o iperattività).
L’alimentazione può influire negativamente o positivamente sull’iperattività? Sì. Un ruolo preponderante lo giocano gli zuccheri semplici: una dose concentrata di zucchero fa salire di 10 volte il livello di adrenalina nel sangue, con conseguenze sull’ansia, irritabilità e iperattività. Il consiglio è di limitare tutti quei cibi e bevande che contengono zuccheri semplici (succhi di frutta, bibite zuccherate, merendine, cibi confezionati e industriali), che pur apportando all’organismo energia immediata, contengono molti additivi, coloranti e sostanze di sintesi. Quest’ultimi sembra che abbiano un ruolo aggravante nell’ADHD.
Il nostro consiglio
Il cibo non va usato come premio per la buona riuscita di un compito, ma deve essere adeguato all’attività da svolgere e al momento della giornata.
Psicologa Giulia Ballarini
In collaborazione con la dott.ssa Angela Carboni, Biologa Nutrizionista



